Stitichezza e gonfiore

Gonfiore e stitichezza: cause e spiegazioni

Almeno una volta nella vita tutti abbiamo fatto il classico gesto di mettere le mani sul ventre per tastarci la pancia e… sentire quella tipica sensazione di gonfiore. Che sia stato dopo una serata a pizza e birra con gli amici o dopo aver pronunciato la fatidica frase “devo aver mangiato qualcosa che mi ha dato fastidio”, tutti sappiamo quanto sia fastidioso sentirsi la pancia “gonfia come un pallone”.

Una volta può capitare, anche due, anche tre…il problema sorge quando questo gonfiore diventa cronico e ci conviviamo tutti i giorni.


Ma da chi è prodotto questo gonfiore? In poche parole: dai batteri.

Infatti i residui di cibo (ma non solo) che non sono digeriti dagli enzimi contenuti nell’intestino tenue arrivano nel colon dove vengono catturati dai batteri che producono gas; questo processo si chiama fermentazione. In questo modo viene prodotto idrogeno (H) e anidride carbonica (CO2).

Il ruolo dello stress: stile di vita e microbiota intestinale

Recenti studi sul microbiota intestinale hanno evidenziato come la popolazione batterica che abita il nostro intestino sia sensibile tanto alla qualità del cibo ingerito quanto alla qualità delle emozioni che proviamo, cosi che si è che si è iniziato a parlare di psicobiota. Ormoni come cortisolo e noradrenalina, secreti in grande quantità nella situazioni di stress, sono dannosi per la flora intestinale così come per le mucose di tutto il tratto digerente quanto gli antibiotici o diete poco salutari.

Il ruolo della respirazione

La respirazione è un grande strumento a disposizione dell’ uomo. Attraverso la regolazione volontaria del respiro possiamo agire a cascata sul ritmo cardiaco, sulla regolazione ormonale e soprattutto sulla digestione. Fare ad esempio anche solo un profondo e lungo respiro rilascia tensione, rilassa il diaframma agevola le funzioni parasimpatiche del corpo come ad esempio la digestione.
 

Il corretto funzionamento delle valvole

Se infine guardiamo la digestione da un punto di vista squisitamente meccanico, scopriamo che il famoso “bolo alimentare” ed in seguito il suo digerito si trova costretto a passare attraverso innumerevoli angoli, anse intestinali e valvole. Ognuno di questi può rappresentare un ostacolo e una barriera per la digestione. Un corretto funzionamento delle valvole aiuta a prevenire il ristagno di cibo e di conseguente fermentazione e gonfiore, all’interno del lume intestinale.

Come agisce l’ Osteopata?

Un buon osteopata è colui che ha nel suo armamentario più tecniche di approccio alla zona viscerale. Alcune manovre occorre che siano profonde e con pressioni mantenute anche per qualche minuto, altre, più dolci, lavorano più in superficie.

Fine ultimo della manipolazione viscerale è quello di rilasciare tensione a livello fasciale-organico.

Esercitando pressione in punti specifici l’ osteopata andrà oltre tutto a rilasciare lo stato tensionale di valvole intestinali, come ad esempio il piloro, andrà ad facilitare il transito intestinale, ad esempio aprendo gli angoli delle anse intestinali.

Spesso la tensione che si ha a livello viscerale si riflette sulla postura. Pensate a quando avete mal di stomaco: viene istintivo piegarsi in avanti per cercare di ridurre il dolore. Quel piegarsi in avanti è perfettamente giustificato dal fatto che piegandoci in avanti riduciamo la tensione a carico dei legamenti che mantengono lo stomaco sospeso. Ora pensate ad una persona che convive con una perenne gastrite post prandiale. La sua postura, probabilmente chiusa in avanti, sarà il risultati di anni di adattamento posturale ad un sintomo. 

L’osteopatia viscerale: la pancia influenza anche la postura

Già 2500 anni fa Ippocarate, considerato il padre della medicina, affermava molto chiaramente come l’ origine di quasi tutte le malattie avvenga nell’ intestino.

Per l’ osteopatia questo è un punto cardine per facilitare la comprensione di come l’ intestino possa influenzare la psiche e di conseguenza anche la postura. Per la medicina moderna è ormai indissolubile il legame tra psiche e corpo, così’ che non ci si stupisce più di tanto di fronte al termine “psicosomatico”.

Le disfunzioni viscerali costituiscono dei blocchi dinamici, dei nodi attorno a cui l’organismo deve adattarsi. 

In qualche caso disfunzioni viscerali a livello del mediastino, cioè del torace, possono dare componenti restrittive al tratto toracico creando, soprattutto in età pediatrica, curve scoliotiche primarie a livello dorsale, mentre cifosi con conseguente capo in avanti in età più adulta.

Le disfunzioni viscerali, quando presenti, riescono a creare tensioni interne significative, in grado di costringere la gabbia toracica e la colonna vertebrale ad adattamenti importanti.

Questo anche in considerazione del fatto che le disfunzioni viscerali agiscono anche per via riflessa, attraverso la catena del sistema nervoso autonomo o ortosimpatico.

Ogni viscere infatti riceve un’innervazione da nervi in partenza da un preciso gruppo di vertebre.

Quando un viscere si trova in disfunzione provoca, per via riflessa, una contrattura a livello delle vertebre da cui riceve innervazione.

Per esempio lo stomaco è collegato al gruppo di vertebre che va da D6 a D9, il pancreas alle vertebre D9 e D10, la vescica da D12 a L2, ecc.

Quindi una disfunzione viscerale non solo crea tensioni interne ma è in grado di influenzare, per via riflessa, il tono muscolare di particolari tratti della colonna vertebrale.

L’Osteopatia interviene in questi casi trattando la disfunzione viscerale e risolvendo quindi importanti nodi di tensione, spesso percepibili dal Paziente in maniera diretta tanto a livello viscerale quanto a livello muscolo scheletrico.